INNO DEI TROTAPIAN
Giovedì, con grande ardore,
noi ci alziamo al primo albore
e, puntuali come pochi,
noi facciamo i nostri giochi
su e giù per le montagne
camminando senza lagne
dietro a Gabrio, grande guida,
e, del quale, ognun si fida.
Dice spesso le preghiere
e a noi tutti fa sapere
che la Juve è uno squadrone,
chi la tifa è un pistolone.
C'è Giannino, gran decano,
che non va di certo piano
e che con le sue freddure
ci sollazza sulle alture.
C'è Franchino, altro decano,
che il panino ha spesso in mano.
Lui sovente ha il languorino,
sia s'è fermo, sia in cammino.
Cavazzon, l'artista Armando,
già da tempo sta bigiando,
ma se viene col gruppone
vuol far sempre colazione.
C'è il grafomane di Domo
che non sempre è galantuomo
e s'incazza facilmente
con chi scherza sull'ambiente.
E l'Albini, il presidente,
ci amministra saggiamente.
Non cammina più in montagna,
ma se viene a cena magna.
Ci fotografa Bottacchi
con i grigi suoi mustacchi.
Magna poco sto anzianotto,
proprio come un passerotto.
Vien da Ghiffa il saggio Ratti
di cui siamo soddisfatti
se progetta con passione
gite fuor dalla regione.
Di boeri grande esperto
c'è Spinello, c'è Roberto.
Ha scalato sulle Ande,
ma s'è rotto là in Val Grande.
C'era Grossi l'editore,
già famoso scalatore,
ma un ginocchio l'ha tradito
ed è un poco arrugginito.
Ex primario, gran dottore,
c'è Villani, il direttore,
che la neve preferisce,
ma d'estate non tradisce.
C'è anche Flavia, dottoressa,
di Arizzano principessa,
che ha trovato su in Savoia
nel marito la sua gioia.
Ed il Bruno Martinella
pesca il luccio e l'alborella,
della trota è pure il mago,
se non cade in riva al lago.
Ora c'è Paolo Saccucci,
ma ci manca sempre Pucci
Manca spesso pure il Crosa
che i suoi monti mette in prosa.
Serafino ci tutela
se ci arriva una querela
e salire una montagna
è per lui vera cuccagna.
Il dottore Luca Serra
sotto i piedi non ha terra,
ma se prende l'Endormin
schiaccia lunghi pisolin.
Se s'impegna un po' la Mara
la salita si fa amara
e se provi a starle dietro
ogni passo perdi un metro.
Manca a tutti la Sabrina
che da tempo non cammina.
Viene Mirco qualche volta,
ma speriamo in una svolta.
Da Formazza vien l'Osvaldo
ch'è per tutti un caposaldo,
dei presepi vero mago
e li fa solo per svago.
Ogni tanto c'è Tommaso
ma va bene in ogni caso.
Poi c'è Fabio da Trecate
che, per far le passeggiate,
fa dei viaggi molto lunghi
e poi cerca pure i funghi.
E da Oleggio viene Stella
che ha squillante la favella:
tu la senti da lontano,
sembra atterri un aeroplano
di saggezza e di virtù:
come lei non ce n’è più!
E da Varzo vien Valenti,
uomo pieno di talenti,
che da walser si è vestito,
mai dal freddo infastidito.
Il Moretti vien da Villa,
per le barzellette brilla
e di trote lui s’intende
anche se più non le vende.
Il Darioli in bicicletta
già è salito su ogni vetta,
ma le sale pure a piedi
e, se scatta, non lo vedi.
Or c’è Stefano Marzoni,
anche lui fra quelli buoni,
che se accelera un momento
ti fa dir: “son proprio lento”.
E c’è pur Paulo da Briga:
qui la rima non la faccio
e, seppure con impaccio,
or saluto i Trotapian.
Il vostro grafomane
Gianpaolo
Marzo 2020