L'inno dei trotapian, poesia di Gianpaolo Fabbri

INNO DEI TROTAPIAN

 

Giovedì, con grande ardore,

noi ci alziamo al primo albore

e, puntuali come pochi,

noi facciamo i nostri giochi

            su e giù per le montagne

            camminando senza lagne

            dietro a Gabrio, grande guida,

            e, del quale, ognun si fida.

Dice spesso le preghiere

e a noi tutti fa sapere

che la Juve è uno squadrone,

chi la tifa è un pistolone.

            C'è Giannino, gran decano,

            che non va di certo piano

            e che con le sue freddure

            ci sollazza sulle alture.

C'è Franchino, altro decano,

che il panino ha spesso in mano.

Lui sovente ha il languorino,

sia s'è fermo, sia in cammino.

            Cavazzon, l'artista Armando,

            già da tempo sta bigiando,

            ma se viene col gruppone

            vuol far sempre colazione.

C'è il grafomane di Domo

che non sempre è galantuomo

e s'incazza facilmente

con chi scherza sull'ambiente.

            E l'Albini, il presidente,

            ci amministra saggiamente.

            Non cammina più in montagna,

            ma se viene a cena magna.

Ci fotografa Bottacchi

con i grigi suoi mustacchi.

Magna poco sto anzianotto,

proprio come un passerotto.

            Vien da Ghiffa il saggio Ratti

            di cui siamo soddisfatti

            se progetta con passione

            gite fuor dalla regione.

Di boeri grande esperto

c'è Spinello, c'è Roberto.

Ha scalato sulle Ande,

ma s'è rotto là in Val Grande.

            C'era Grossi l'editore,

            già famoso scalatore,

            ma un ginocchio l'ha tradito

            ed è un poco arrugginito.

 

 

Ex primario, gran dottore,

c'è Villani, il direttore,

che la neve preferisce,

ma d'estate non tradisce.

            C'è anche Flavia, dottoressa,

            di Arizzano principessa,

            che ha trovato su in Savoia

            nel marito la sua gioia.

Ed il Bruno Martinella

pesca il luccio e l'alborella,

della trota è pure il mago,

se non cade in riva al lago.

            Ora c'è Paolo Saccucci,        

            ma ci manca sempre Pucci

            Manca spesso pure il Crosa

            che i suoi monti mette in prosa.

Serafino ci tutela

se ci arriva una querela

e salire una montagna

è per lui vera cuccagna.

            Il dottore Luca Serra

            sotto i piedi non ha terra,

            ma se prende l'Endormin

            schiaccia lunghi pisolin.

Se s'impegna un po' la Mara

la salita si fa amara

e se provi a starle dietro

ogni passo perdi un metro.

            Manca a tutti la Sabrina

            che da tempo non cammina.

            Viene Mirco qualche volta,

            ma speriamo in una svolta.

Da Formazza vien l'Osvaldo

ch'è per tutti un caposaldo,

dei presepi vero mago

e li fa solo per svago.

            Ogni tanto c'è Tommaso

            ma va bene in ogni caso.

            Poi c'è Fabio da Trecate

            che, per far le passeggiate,

fa dei viaggi molto lunghi

e poi cerca pure i funghi.

E da Oleggio viene Stella

che ha squillante la favella:

            tu la senti da lontano,

            sembra atterri un aeroplano

            di saggezza e di virtù:

            come lei non ce n’è più!

 

 

 

E da Varzo vien Valenti,

uomo pieno di talenti,

che da walser si è vestito,

mai dal freddo infastidito.

            Il Moretti vien da Villa,

            per le barzellette brilla

            e di trote lui s’intende

            anche se più non le vende.

Il Darioli in bicicletta

già è salito su ogni vetta,

ma le sale pure a piedi

e, se scatta, non lo vedi.

            Or c’è Stefano Marzoni,

            anche lui fra quelli buoni,

            che se accelera un momento

            ti fa dir: “son proprio lento”.

E c’è pur Paulo da Briga:

qui la rima non la faccio

e, seppure con impaccio,

or saluto i Trotapian.

           

 

                                                                                  Il vostro grafomane

                                                                                         Gianpaolo

 

 

 

Marzo 2020

All'Alpe Cortino
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